Economia

Farewell, anche l’addio diventa non profit

A Torino abbattuto l’ultimo tabù

di Redazione

Il nome è inglese, così non raggela troppo l?interlocutore (il cliente, si presume, è già raggelato di suo): farewell, cioè ?addio?. È questo il nome scelto da una cooperativa sociale di Torino per il debutto nel settore ?che non conosce crisi?: quello dei funerali. Continuate a leggere, per favore: l?idea ha le sue ragioni e, a quanto pare, va a riempire una nicchia di mercato finora assolutamente vuota, o meglio, occupata da soggetti che più profit non si può. Farewell nasce da un?osservazione empirica: attorno alle pratiche che seguono la morte di una persona si è indubbiamente sviluppato un vero e proprio mercato, spesso popolato di società senza scrupoli in spietata concorrenza tra loro, che si disputano i ?clienti? a colpi di ribassi e di una discutibile attività di marketing. Niente di tutto questo propone Farewell, che ha addirittura stilato un codice etico del funerale ?dal volto umano? e scritto una Carta dei diritti della persona in lutto in cui si legge, tra l?altro, che non vengono accettate mance né ?adescati? o ?plagiati? i parenti del defunto. Il codice impegna inoltre la cooperativa a devolvere una quota del ricavato di ogni servizio a organizzazioni sociali senza scopo di lucro. L?iniziativa di Farewell, concludono gli ideatori, si caratterizza quindi per la sua profonda eticità in un settore, quello delle onoranze funebri, che negli ultimi anni, soprattutto a Torino, ha visto aprirsi inchieste giudiziarie sul racket del caro estinto. Senza dimenticare che si tratta di una cooperativa sociale e che quindi favorisce l?ingresso al lavoro di persone svantaggiate. Cosa volere di più da un funerale? Info: alessandro.di_ mauro@libero.it tel. 011.7711588


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